giovedì 17 gennaio 2013

Capitolo 9


Sette anni prima


Quando arrivò il caffè, Giulia si era già innamorata.
Le luci soffuse, la candela sul tavolo, la musica e la compagnia di quell’uomo meraviglioso l’avevano avvolta in un’ atmosfera irreale.
Dopo qualche bicchiere di un eccellente Brunello e la squisita cucina toscana le sembrava di non riuscire a smettere di sorridere.
Per festeggiare la prossima pubblicazione del suo primo libro di cucina, l’amica e collega Tiziana l’aveva convinta ad uscire a cena in uno dei migliori ristoranti di Milano,  chiedendole se non le sarebbe dispiaciuto cenare in compagnia di un suo amico che, secondo lei, era un ottimo partito. Scapolo, interessante, professionista di successo, incredibilmente attraente.
Si erano incontrati davanti a “ La Toscana”. Tiziana e Cesare erano arrivati insieme.
Lui era davvero affascinante, dall’aspetto deciso e un sorriso fantastico.
Non avevano smesso di guardarsi un attimo. Durante la conversazione avevano trovato spesso l’occasione per sfiorarsi le mani. Tiziana era visibilmente soddisfatta del fatto che si fossero piaciuti all’istante. Giulia si estraniò per un momento dalla conversazione, assaporando la prospettiva esaltante del suo futuro professionale. Anche se era solo un manuale di cucina, l’editore le aveva già anticipato che sarebbe stato tradotto anche in inglese per il mercato americano e le aveva proposto una bozza di contratto per altri due libri. Quando tornò alla realtà, Cesare le stava porgendo una fetta di torta al cioccolato e nocciola.
“ Spero che non ti dispiaccia offrirmi in cambio metà del tuo millefoglie alla crema.”
Giulia scoppiò a ridere e prese il piatto che lui le stava passando. Lo assaggiò. Era favoloso.
Del resto, quella sera tutto era favoloso.
“ Squisito, vero ?” chiese lui, “ dai, prendine ancora. Adoro guardare una donna alla quale brillano gli occhi davanti a qualcosa di dolce.”
“ Non posso certo rifiutare,” rispose Giulia con uno sguardo carico di sottintesi, “ e quando si tratta di cibo non guardo in faccia nessuno.”
“ Allora, sei veramente la mia anima gemella” aggiunse lui con voce bassa e sensuale.
Giulia si sentiva molto eccitata. Stava vivendo una serata da favola in un locale magnifico, in compagnia di una cara amica e di un uomo affascinante.
“ Io non potrei,” disse Tiziana, “ meno calorie butto giù, meglio è. Inoltre, per me è arrivato il momento di terminare la serata. E’ già mezzanotte e domani mattina ho una riunione alle otto.  Se non vi dispiace, chiamerò un taxi e andrò a dormire.”
Cesare e Giulia rimasero soli davanti a due bicchieri di ottimo cognac francese.
“ Sai, sei bellissima.”
Lei rimase in silenzio, troppo emozionata per trovare le parole giuste.
“ Sei una donna talmente erotica… non ho mai conosciuto nessuna come te. Eppure sei anche così brillante, intelligente … ”
“ Anch’io penso che tu sia un uomo molto speciale.”
“ Non so se sei sempre così, ma questa sera emani una specie di … splendore. E’ bellissimo essere qui con te.”
Lei gli sfiorò il dorso della mano.
“ Grazie” sussurrò.
Per alcuni istanti rimasero a fissarsi alla luce tenue della candela. Poi lui si sporse, le sollevò il viso e la baciò sulla bocca.
Giulia fu avvolta dal suo profumo: non solo quello del dopobarba, ma il suo profumo di maschio, sensuale e caldo come il momento che stava vivendo.
“ E’ meglio se ti riaccompagno a casa,” disse lui dolcemente, “ prima che tu perda la scarpetta di cristallo.”
Rimasero in silenzio fino a quando lui non parcheggiò davanti al condominio di Giulia.             Cesare accostò al marciapiede. Lei si chiese se quell’uomo appena conosciuto le avrebbe chiesto di salire, e se l’avesse fatto non sapeva quale sarebbe stata la sua risposta.
“ So che non è il momento giusto … stasera.” disse lui.
Le mise un dito sulle labbra. Giulia fremette sotto il suo tocco.
“ Non è che mi manchi la voglia di stare con te… ti ho appena trovata, e stai già andando via.”
Giulia capì che Cesare la desiderava, e che lei lo voleva con la stessa intensità.
Si immaginò stesa sul letto, con gli occhi di lui che la fissavano, la loro eccitazione, la sua bocca tra le sue gambe…
Tornò in sé e lo fissò con uno sguardo malizioso, eloquente. “ Devo andare,” disse  piano.
“ Sì. E’ chiaro che devi.” Il tono di Cesare era leggermente ironico.
“ Mi stai prendendo in giro ?”
“ Direi di sì. Ma affettuosamente. C’è qui una donna che sta combattendo con se stessa… una donna piena di passione, meravigliosa dentro e fuori, consapevole che per molte ragioni deve scendere da quest’auto, salire in casa e andarsene a dormire … e che nello stesso tempo è molto tentata di mandare al diavolo queste ragioni e fare l’amore con me.”
Le ultime parole le sussurrò tenendole la bocca contro l’orecchio.
Lei lo guardò con audacia.
“ Venerdi sera, cena a casa mia.”
“ Alle nove. Porterò il vino.”

Giulia scese dall’auto barcollando un po’ sulle gambe. Arrivata al portone, si accorse che lui l’aveva seguita. La strinse in un abbraccio. Si baciarono lentamente e profondamente. Lei gli infilò le mani sotto la camicia, accarezzando la schiena che sperava di conoscere molto presto.

A Giulia sembrava che il venerdì sera non arrivasse mai.
Era rimasta sul mondo delle nuvole per tutta la settimana. Tiziana la prendeva in giro affettuosamente e strappava le pagine del calendario in modo teatrale ogni sera prima di uscire dall’ufficio. Aveva compilato decine di liste. Quale gonna abbinare a quale camicetta, quale completo con la blusa di seta nuova, quale coordinato intimo era più eccitante …. e poi pagine e pagine di piatti tra i quali non riusciva a scegliere. Era una cuoca eccezionale, e voleva preparare una cena molto speciale per quella che, ne era convinta, sarebbe stata una sera indimenticabile. Alla fine, decise per un menu a base di pesce: antipasto di sfogliatine con scampi al curry e insalatina di mare alle canocchie, risotto al nero di seppie, rombo marinato, pomodori ripieni di gamberetti e torta di noci.
Decise di indossare un semplice tubino di seta nera che le fasciava le morbide curve in modo seducente.
Le piaceva l’idea di aspettarlo in cima alle scale con un bicchiere di vino in mano.
Cesare arrivò puntualissimo, con un mazzo di rose rosse e quattro bottiglie di vino: due di Barolo e due di un costosissimo bianco californiano. “ Non sapevo cosa avresti cucinato,” le disse porgendole il sacchetto con le bottiglie, guardandola con visibile ammirazione. I suoi occhi dicevano che quello che vedeva gli piaceva moltissimo.
Giulia sistemò le rose in un vaso e gli preparò un whisky.
La tavola era apparecchiata con cura, le luci erano basse e l’impianto stereo diffondeva le dolcissime note dei Notturni di Chopin.
La cena fu perfetta, la conversazione interessante e divertente. Erano completamente a loro agio, e mentre sorseggiavano il cognac Giulia cercò di analizzare i propri sentimenti.
Erano seduti sul divano, consapevoli della forte tensione sessuale tra di loro.
Lui si voltò a guardarla e continuando a fissarla negli occhi le premette la mano contro la sua prepotente erezione. Avvinghiata a lui, poco dopo si ritrovò sdraiata sui cuscini della camera.
Giulia si sentiva bene a letto con Cesare, come se sapesse che quello era il suo posto.                   Forse era davvero l’uomo che aveva sempre sognato. Lui la amò con dolcezza e intensità, accarezzandola e baciandola ovunque. La sua bocca indugiò a lungo sul seno e tra le cosce, prima di cercare il sesso. Non era mai stata amata con tanta attenzione e tenerezza. Quando Giulia lo guidò sopra di lei, lui le sorrise e scosse la testa.
“ Voglio farti venire,” le sussurrò.
Lei si abbandonò alla lingua di Cesare, gli lasciò esplorare tutto il suo corpo, e quando l’orgasmo arrivò con intensità travolgente dovette mordere il cuscino per non urlare.

Lui si svegliò per primo. Quando Giulia aprì gli occhi lo vide appoggiato su un gomito, intento a guardarla con lo sguardo ancora pieno di passione. Più tardi, quando Cesare la lasciò per andare in studio, si sedette davanti alla finestra della sua piccola cucina e passò il sabato mattina con una tazza di caffè sempre più freddo dimenticato sul tavolino della colazione.
Voglio vivere con lui per tutta la vita, pensò. E’ l’uomo dei miei sogni. Ma sono un’ingenua. Abbiamo passato una notte insieme, tutto qui. Non illuderti che possa volere altro. Lui è troppo per te. Troppo di tutto. Probabilmente non si farà più sentire. Aveva solo voglia di divertirsi.
E invece Cesare l’aveva voluta. Era tornato quella sera, la sera dopo e quella dopo ancora.

La curiosità di Tiziana era inevitabile. Giulia aveva gli occhi lucidi di felicità.
Dopo una settimana, le confidò che vivevano praticamente insieme. All’inizio, lei era stata felice che Giulia avesse conosciuto un uomo che la rendeva così radiosa, ma una mattina, in ufficio, l’aveva presa da parte.
“ Vorrei dirti qualcosa….. ” esordì con tono serio
“ anche se non sono affari miei, tu sei una mia amica e vorrei parlarti di quello che sta succedendo … sai, io non credo che Cesare sia l’uomo giusto per te. Anche se lo conosco da tanto tempo e credo che sia una persona molto speciale …. scusa se sono molto franca, ma non credo che sia il tuo tipo.”
“ E perché ne sei così sicura ? ” ribattè Giulia infastidita.
“ Credo che sotto sotto sia molto snob. E, con tutti i suoi pregi,  crede di essere meglio degli altri. Spesso ho assistito a conversazioni in cui lui era molto sarcastico e addirittura offensivo.”
Giulia si stava  arrabbiando. “ Qualcos’altro ? Per caso sai se gli piace mangiare bambini ? ”
“ Giulia, non ti offendere. Perché non dovrei desiderare la tua felicità ? Ma ho paura che tu stia commettendo un errore. Me lo sento, non va bene per te.”
“ Io invece sento che Cesare è un uomo straordinario. E’ un avvocato molto rispettato.                 E’ diventato ricco e famoso grazie al suo cervello e al suo impegno.”
“ E’ questo che ti piace di lui ? Il fatto che sia ricco e famoso ?”
“ Mi stai dando dell’opportunista ?” chiese Giulia con un tono di voce ancora più tagliente.
“ No, no, mi sono espressa male. Voglio dire… ho paura che tu sia un po’ abbagliata dal suo successo… insomma, è solo un consiglio… non lasciarti coinvolgere seriamente, è troppo presto.”
“ Sai cosa penso ?” rispose Giulia, “ Penso che tu sia gelosa. E da te proprio non me lo aspettavo.”
Da quel giorno, i rapporti tra lei e Tiziana erano rimasti cordiali, ma Giulia non le confidò più niente e non la frequentò più fuori dall’orario di lavoro.
Inoltre, Cesare monopolizzava tutto il suo tempo libero.

Una sera, dopo una cena particolarmente romantica a lume di candela, Cesare le aveva preso le mani e le aveva sussurrato:“ Siamo insieme da un mese… sono state le settimane più belle della mia vita.”
“ Sì.”
Giulia guardò fuori dalla finestra del ristorante, verso il Castello Sforzesco, illuminato dall’insieme delle luci dei lampioni e dei fari.
“ E’ bello il parco, vero ?”
“ Ti mancherebbe molto ?”
“ Cosa vuoi dire ?”
“ Il lago ha una bellezza molto diversa.”
Giulia lo guardò. Cosa stava dicendo ? Le loro dita si intrecciarono. “ Giulia, so che è presto, ma ho sempre saputo quello che volevo. E sapevo anche che quando fosse arrivato l’avrei riconosciuto. Sposami. Ti prego. Presto. Sposami.”
L’aveva conosciuto un mese prima. Sentì il calore delle sue mani e l’amore che aveva negli occhi mentre le parlava. Sapeva quale sarebbe stata la sua risposta.
“ Naturalmente, dovrai lasciare l’impiego alla casa editrice. Non puoi fare la pendolare per cinque giorni alla settimana. Pensa a quanto tempo potrai dedicare ai tuoi libri. E poi, dovremo trovare la casa giusta per noi e mi piacerebbe molto che tu curassi personalmente l’arredamento, in ogni minimo dettaglio. Ci sposeremo appena sistemata la casa. Nel frattempo, vivremo nel mio appartamento da scapolo e penseremo anche al viaggio di nozze.”

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