giovedì 24 gennaio 2013

Capitolo 16


“ Ti va un aperitivo ?”
“ Sì, ma vorrei qualcosa di fresco e leggero.”
“ Non avevo in mente di prepararti un Negroni. Pensavo ad un succo di pomodoro o qualcosa del genere.”
“ Un succo di pomodoro va bene, grazie.” Giulia era insospettita dalla premura di Cesare.  Lui si alzò dal divano per andare al mobile bar. “ Posso prepararmelo da sola,” disse raggiungendolo.
“ Pensi davvero che voglia metterti qualcosa nel succo ?”  Nelle sue parole si sentiva la frustrazione.
“ Ma dai …” In realtà era esattamente quello che temeva.
Quando Rosa gli aveva telefonato in studio per riferirgli quello che era successo, Cesare si era precipitato a casa come una furia. Era sconvolto e rabbioso. Poi, però, quando ne avevano parlato con più calma, aveva cambiato completamente atteggiamento e le aveva detto che comprendeva la sua necessità e il desiderio di incontrare gli amici e ricominciare ad avere una vita sociale. E aveva criticato Rosa per aver cercato di portarle via il telefono. La donna aveva accettato il rimprovero senza dire una parola. Falso, bastardo e bugiardo, aveva pensato lei assistendo alla scena. Comunque, se Giulia era felice di passare una sera con gli amici e si sentiva abbastanza in forma per farlo lui ne era contentissimo. A proposito, chi abbiamo a cena ? E’ una sorpresa, aveva risposto lei. Giulia non aveva voluto prendere le pastiglie, e lui aveva ceduto anche su quello. “ Se pensi che non ti facciano bene, le sospendiamo”, aveva detto, alimentando in lei ulteriore perplessità.
Sta preparando qualcosa, non è mai stato così arrendevole, si ripeteva cercando di non lasciar trapelare nessuna emozione. Alla cena però avrebbe pensato Rosa, perché per Giulia sarebbe stato troppo impegnativo e non si sarebbe goduta la serata. Non c’è problema, riflettè lei, mangerò solo quello che gli altri avranno già assaggiato. Doveva essere sveglia e attenta, prestare la massima attenzione a tutto, e trovare il momento giusto per riuscire a parlare con Fabrizia. Sempre ammesso che fosse veramente Fabrizia l’ospite di quella sera.
Giulia aprì la bottiglietta di succo di pomodoro e riempì il bicchiere, decidendo di berlo naturale, senza nessun condimento. Le salse e il succo di limone erano già stati aperti, e lei voleva essere sicura di non fare neanche un errore. Lo assaggiò, poi tornò a sedersi sul divano davanti al caminetto. Osservò Cesare che si preparava un martini. Lui si voltò a guardarla e le sorrise. Giulia si sforzò di ricambiare. In realtà non si sentiva molto bene, solo molto determinata. Le tremavano le mani e le labbra. Strinse forte i denti.
“ Amore, ti senti bene ?”
“ Certo. Grazie.”
“ Se vuoi, hai ancora qualche minuto per salire a riposarti un   po’ ..”
“ Non è necessario, mi sento bene.”
“ Stasera sei bellissima.”
Giulia si sentì lusingata per il complimento ma non ci credette neanche per un istante. Forse, appena decente. Aveva fatto il possibile per rendersi presentabile, truccandosi con molta fatica perché le tremavano le mani e sbavando sia la matita per gli occhi che il rossetto, e il fard era decisamente eccessivo sul suo pallore grigiastro. Ma Cesare aveva insistito perché lei scegliesse colori brillanti. Giulia avrebbe preferito un trucco più discreto, ma non aveva la forza per discutere. Così, ora si sentiva come se sulla faccia avesse una maschera di carnevale, per non parlare del vestito e delle scarpe. Aveva già appoggiato sul letto un tubino nero, liscio e semplice, da accompagnare a un paio di ballerine basse e morbide. Mentre lei era in bagno, cercando di dare un po’ di volume ai capelli secchi e senza vita, Cesare aveva sostituito l’abito. Ora indossava un mini vestito aderentissimo fucsia, che le lasciava la schiena completamente nuda. La scollatura vertiginosa luccicava di strass. Le morbide ballerine avevano lasciato il posto a un paio di decolletè a punta con un tacco di dodici centimetri, praticamente dei trampoli. Guardandosi allo specchio, si era sentita oscena. Ma non voleva offrire a Cesare nessun appiglio per annullare la cena, e aveva fatto buon viso a cattiva sorte.
Ancora non aveva capito il gioco di Cesare. Se i sogni che faceva erano ricordi reali che emergevano a livello inconscio, lei era in un mare di guai. Guai pericolosi. Le aveva mentito e aveva raccontato altre bugie a tutti i loro amici. Cosa era vero e cosa era menzogna ? Giulia non riusciva a capire. E avrebbe voluto convincersi che i suoi erano solo incubi e che Cesare era l’uomo meraviglioso che sembrava essere.
Ma dentro di sé sapeva che la verità era un’altra. Solo, mancavano ancora troppi tasselli per poter ricomporre un quadro comprensibile del suo passato e del presente.
“ Sei sicura di essere pronta ? ” le stava chiedendo Cesare.
Lei rispose con un cenno della testa. Non sapeva quale alternativa preferire. La prima prevedeva la situazione in cui lei era veramente malata, una donna con seri disturbi psichici, destinata a peggiorare se non si fosse curata con i farmaci che le erano stati prescritti, ma con la fortuna di avere accanto un marito che l’amava e che avrebbe fatto di tutto per proteggerla, anche da se stessa e dalle proprie responsabilità. La seconda, invece, riguardava una donna che stava vivendo un incubo accanto ad un uomo che, oltre ad essere un mostro, stava facendo di tutto per farla impazzire completamente. Quale scatola sceglie ? Non perdetevi il nuovo programma di Rai Uno con Bonolis.
Il campanello dell’ingresso suonò.
“ Apro io,” disse Giulia rivolta a Rosa che si stava già avvicinando alla porta.
“ Torni pure in cucina,” disse Cesare alla donna.
Le mani tremanti di Giulia rovesciarono un po’ di succo di pomodoro sul pavimento. Cercò di appoggiare il bicchiere sul tavolino senza rovesciarlo, concentrandosi sull’atto di respirare lentamente, sperando che almeno le gambe non la tradissero.
“ Forza, ce la puoi fare,” la incoraggiò Cesare con un sorriso.
Giulia cercò di camminare su quei tacchi assurdi, stando attenta a mettere un piede davanti all’altro senza spezzarsi una caviglia. Il campanello suonò una seconda volta.
“ Stai tranquilla,” si raccomandò Cesare mentre lei raggiungeva finalmente la porta e l’apriva.
Si trovò davanti una donna che tendeva verso di lei un grande mazzo di margherite, mentre l’uomo che l’accompagnava teneva in mano una bottiglia di vino rosso.             
“ Finalmente ! Bentornata !” esclamò la donna abbracciandola, “ ma cosa ti è saltato in mente di partire per tutto questo tempo senza avvisare nessuno !” Allontanò Giulia per osservarla meglio, dandole la possibilità di fare altrettanto.
Era piccolina e paffuta, con una gran massa di riccioli platinati che le scendevano fino alle spalle, tenuti indietro da una fascia di seta blu luccicante di brillantini. Alle orecchie portava due grossi orecchini a forma di cuore. Indossava un morbido completo pantaloni di seta dello stesso colore del cerchietto, e i polsi tintinnavano per l’incredibile quantità di braccialetti. Truccata vistosamente, dava l’impressione di essere una donna allegra e un po’ stravagante. E la stava fissando con un’espressione incredula. 
“ Ma cosa diavolo hai fatto ?” le chiese.
Giulia si tirò un po’ indietro e si portò le mani al volto, come se volesse nascondersi.   
 “ Cosa vuoi dire ? ”
“ Cosa ti sei fatta alla faccia ?” Fabrizia le prese la testa fra le mani girandogliela da una parte all’altra. “ E i capelli ? Non ti sarai fatta mettere le mani in testa da quelle africane sporche e selvagge, eh ? ”
“ Ma che razza di domande le stai facendo ? ” intervenne l’uomo che l’accompagnava chiudendo la porta e porgendo a Cesare la bottiglia. “ Ciao, Cesare. Come te la passi ? ”
“ Benone, grazie. E tu ?”
“ Sempre bene quando la mia sala d’attesa rigurgita di donne orribili che vogliono tornare ragazzine. ”
“ Giulia,” disse Cesare baciando la moglie e spingendola verso la sala.
“ Che cos’ha Giulia ?” sussurrò Fabrizia.  Giulia vide Cesare scuotere la testa senza rispondere.
“ Cosa ti è successo ? ” insistè Fabrizia mettendo le margherite in mano a Rosa, che era entrata in sala con un vassoio di stuzzichini. “ E chi è quella ? ” continuò un po’ stranita,  “ cosa state     combinando ? ”
“ Fabrizia, per favore, siamo appena entrati in    casa ! ” sbottò Carlo.
“ Era Rosa, ” spiegò Cesare mentre Giulia si sentiva osservata dallo sguardo di Fabrizia come un insetto su un vetrino.
“ E’ sempre venuta tre volte alla settimana per occuparsi della casa, ma quando Giulia è partita, ha accettato di aumentare le ore. Almeno per adesso. A fine estate vedremo”.
“ Beh, certo è un bell’aiuto, ” disse Fabrizia senza smettere di osservare Giulia.
“ Ti sembro così diversa ? ” insisté Giulia, “ forse è la pettinatura, o magari il trucco”.
“ No, è qualcosa di più … ma non riesco a focalizzare esattamente cosa.”
“ Adesso bando alle chiacchiere e passiamo gli stuzzichini. Assaggia quello con il gamberetto, cara, è fantastico,” disse Carlo porgendo il vassoio alla moglie.
“ Secondo me, Giulia è bellissima,” intervenne Cesare.  “ Che cosa bevete ? ”
“ Un gin tonic,” rispose Carlo.
“ Il tuo è un martini ?” chiese Fabrizia guardando il bicchiere che Cesare teneva in mano.
“ Sì.”
“ Va bene anche per me. Tu cosa stai bevendo, Giulia ?”
Lei alzò il bicchiere. “ Un delizioso succo di pomodoro.”
“ Succo di pomodoro ? E da quando ? Adesso sono sicura che mi nascondi qualcosa. Da quando ti conosco ti ho sempre vista aprire le danze con qualcosa di molto alcolico !”
“ Stasera non ho voglia di liquori,” mentì Giulia,    “ credo di non avere ancora digerito il cibo dell’aereo.”
“ Allora vedi che era meglio rimandare !”
“ No, non era per niente necessario, sto benissimo.”
“ A me non sembra affatto. Hai l’aria sconvolta.”
“ Fabrizia !”
“ Stai zitto, Carlo. Posso dire quello che penso,     no ?”
“ Dire quello che pensi va bene, ma mi sembra che Giulia cominci ad essere in imbarazzo.”
“ A proposito,” intervenne Cesare, “ io sono in imbarazzo per aver accettato quella costosa bottiglia di vino senza ringraziare.”
“ Figurati. Accettiamo i ringraziamenti.”
“ Davvero sembro sconvolta ? ” bisbigliò Giulia a Fabrizia, “ cosa c’è che non va nel mio aspetto ? ”
La donna la guardò esitando per un istante. “ Come faccio a dirti cosa c’è che non va senza offenderti ? “ Rimase ancora un attimo in silenzio. “ Beh…tanto per cominciare… sotto quel trucco un po’ troppo pesante sei grigia e hai le occhiaie…. E poi, i capelli…. non so neanch’io ..sembrano ..  …..finti, ecco.”
“ Credo che Giulia si sia stancata molto durante il viaggio,” intervenne Cesare mettendo un braccio sulla spalla della moglie, “ e tutti sanno che nel deserto non è facile prendere appuntamento per una messa in piega.”
“ Sarà … ma non è solo quello.” Fabrizia prese il suo martini e lo alzò in un brindisi. “ Cin cin.”
Giulia finì il suo aperitivo.
“ Te ne preparo un altro ? ” chiese Cesare premurosamente.
“ Lo prendo da sola.”
“ Te lo porto io,” intervenne Carlo, “ tu siediti e mangia un po’ di schifezze. Anche quelli con il formaggio e le noci sono ottimi.”
“ Perché non ci accomodiamo tutti ? ” chiese Giulia.
“ Buona idea. Mio marito si può sedere di fianco al vassoio ? E’ il suo posto preferito.” rise Fabrizia.
“ Ah, che moglie sollecita ! “ scherzò Carlo rivolto a Giulia, che lo stava osservando cercando di capire che tipo di uomo fosse. Era alto e robusto, con un’aria decisamente simpatica ma nello stesso tempo attraente. Si spiegava perché ci fossero lunghe liste d’attesa per essere operate da quelle mani che al momento si dirigevano un’altra volta verso le tartine. “ Tu ne vuoi ?” le chiese lui.
Giulia accettò il crostino al caviale che Carlo le stava porgendo e lo assaggiò.
“ Allora, raccontaci tutto del Sudafrica,” la incalzò Fabrizia, “ cos’hai fatto laggiù per un mese ? ”
“ Beh, se c’è un posto in cui non è difficile trovare qualcosa da fare è proprio quello !” ribattè Carlo,    “ c’è solo l’imbarazzo della scelta.”
“ Beh, magari per quindici giorni,” obiettò la moglie, “ ma quando hai visto cento leoni quanti altri ne vuoi fotografare ? ”
“ Giulia è sempre stata innamorata del Sudafrica,” intervenne Cesare.
“ Va bene, allora hai visto gli animali. E poi cos’altro hai fatto ? ” continuò Fabrizia.
“ Cara, sembra un interrogatorio della Gestapo,” disse Carlo, “ cosa vuoi che abbia fatto in vacanza ? Sarà andata in giro a divertirsi e avrà passato la maggior parte del tempo a carpire i segreti culinari degli africani.”
“ Sei tornata a Cape Town ? ”
“ Sì, ci sono stata qualche giorno,” mentì Giulia che cominciava a sentirsi confusa e avvertiva un leggero senso di nausea. “ Ma era piena di turisti. Troppo caos.”
“ Questo mi lascia veramente perplessa. Hai sempre detto che l’adori ! ”
“ E invece questa volta non l’ha fatta impazzire, ” rispose Carlo al posto di Giulia. “ Allora, Cesare, cosa succede nel mondo dei crimini finanziari ? ”
“ Le solite cose. Soldi e raggiri fiscali a più non posso.”
“ Troppo lavoro per prenderti una vacanza con tua moglie ? ” chiese Fabrizia ironicamente.
“ Non potevo lasciare le udienze a metà processo. Ma ci sarei andato molto volentieri.”
“ Beh, magari la prossima volta,” intervenne Carlo.
 “ E il mondo della chirurgia plastica ? ” chiese Cesare mentre Giulia guardava il marito diventare doppio, poi riunirsi e sdoppiarsi nuovamente. Cosa stava succedendo ?
“ C’è sempre moltissimo lavoro. Ti illudi che le emergenze siano finite con l’arrivo dell’estate, ma non è così. Sono sempre oberato di lavoro. A proposito, ti ho detto a chi ho appena fatto una riduzione del seno ? ”
“ Giulia, qualcosa non va ? ” Fabrizia aveva appoggiato una mano sul braccio di Giulia, che era lentamente scivolata verso il bordo del divano.
“ Niente, ho avuto una piccola vertigine.”
“ Non ti senti bene ? Ti gira la testa ? ”
Giulia guardò il viso ansioso di Cesare. “ E’ già passato. Va tutto bene. ” Forse Rosa aveva messo qualcosa negli stuzzichini ? Come se stesse rispondendo all’accusa inespressa, Cesare ne prese uno e se lo infilò in bocca. E poi, tutti ne avevano mangiati. Quindi, non potevano essere le tartine. Allora che cosa ? Il succo di pomodoro ? Era possibile che Cesare avesse sciolto qualcosa nel suo aperitivo ? Senza che lei se ne accorgesse ? Oh no, no, non crollare proprio adesso, pregò in silenzio. Prima stavi benissimo. Beh, forse non eri proprio in forma ma di sicuro non avevi giramenti di testa, la sensazione di dover vomitare e le persone intorno a te non si erano moltiplicate. Resisti, gemette dentro di sé, devi resistere fino a quando non sarai riuscita a parlare con Fabrizia.
E Fabrizia … che reazione avrebbe avuto ? Era già rimasta sconvolta dal suo aspetto e da quel viaggio improvviso. Come avrebbe preso la questione della perdita della memoria ? La sua convinzione di essere prigioniera in casa ? Ti crederà ? Oppure si comporterà come Tiziana e crederà alla versione di Cesare ? Inoltre, come puoi pensare di convincerla, se nemmeno tu sei in grado di spiegare cos’è successo davvero e perché Cesare dovrebbe essere il mostro che le descriverai ? Lui mente molto bene, riflettè. Anche Fabrizia penserà che hai un esaurimento  nervoso ?
E poi,  cosa le racconterai esattamente ? Le parlerai anche del sangue e dei lividi ? Dei trentamila     euro ? Come potrai giustificarli se neanche tu hai una spiegazione ?
“ …. e non puoi neanche immaginare cosa pretendeva ! Una riduzione del seno al sesto mese di gravidanza ! Allora le ho detto : cara signorina, lei sarà anche un personaggio famoso, ma io sono un professionista serio e certe porcherie non le faccio ! Roba da matti. Credono che basti avere i soldi e apparire in televisione per permettersi qualsiasi cosa.”
“ Di quale personaggio famoso stiamo parlando ? ”
“ Non posso rivelare il nome ..”
“ Ma se lo hai già raccontato a tutta Verbania ! ” rise Fabrizia.
“ Posso solo dire che la domenica pomeriggio puoi vederla su Sky. Hai capito di chi sto parlando ?  Giulia ? ”
Giulia non riusciva a mettere a fuoco il viso di Carlo. Cosa le stava chiedendo ? Stava parlando con  lei ?
“ Scusa, puoi ripetere ? ”
“ Giulia, cosa c’è ? ”
“ Vuoi riposarti un attimo ? ”
“ E’ meglio se torniamo un’altra sera.”
“ Sto bene, sto bene ! Scusate, perché mi state addosso in questo modo ? Non c’è niente che non va. Ho solo chiesto se poteva ripetermi la domanda.”
“ Stavi barcollando in avanti,” spiegò Fabrizia.
“ No, sto bene. Probabilmente sono digiuna da troppe ore. Ho solo bisogno di mangiare qualcosa”.
“ Quanti chili hai perso ? ” le chiese Carlo.
“ Mi trovi dimagrita ? ” chiese Giulia.
Cesare si toccava l’angolo della bocca come se volesse comunicarle qualcosa. Giulia si toccò il mento con le dita e sentì la saliva. Si asciugò con la mano cercando di apparire disinvolta.
In quel momento, Rosa entrò in sala per avvisare che la cena era pronta.
“ Finalmente ! ” esclamò Giulia alzandosi in fretta e aggrappandosi al braccio di Carlo prima di cadere a terra.
“ Adesso basta,” intervenne Fabrizia, “ tutto questo è assurdo. E’ chiaro che non stai bene e che devi metterti a letto. Noi ce ne andiamo. Ci vedremo un’altra sera.”
“ No ! Sono solo un po’ stanca per il viaggio,” insistè Giulia appoggiandosi a Carlo e spingendolo verso la sala da pranzo.
“ Cesare, cosa diavolo sta succedendo ? Vuoi dirmi la verità ? ” sentì Fabrizia bisbigliare a Cesare cercando di trattenerlo in sala.
“ Allora, non avete fame ? ” chiese tornando indietro, sempre attaccata al braccio di Carlo, cercando di impedire a Cesare di rispondere.
Quando si sedettero a tavola, Rosa cominciò a servire gli antipasti in un silenzio imbarazzato.
“ Che meraviglia,” commentò Carlo con un tono di voce forzatamente allegro.
“ Buon appetito,” disse Giulia osservando gli altri servirsi dai piatti di portata. Quando tutti ebbero finito di scegliere, prese una fettina di prosciutto crudo e se la mise nel piatto, aspettando che gli altri cominciassero a mangiare prima di assaggiarlo.
“ E’ buonissima,” si complimentò Fabrizia masticando e indicando con la forchetta la torta salata di verdure, “ questa Rosa cucina da dio. Farai bene a tenertela stretta !”
Giulia si obbligò ad assaggiare il prosciutto, rendendosi conto che tutti la stavano osservando di sottecchi. Masticò lentamente, concentrandosi solo sul boccone senza sapore che aveva in bocca. Sperava di riuscire a non vomitare subito dopo averlo ingoiato.
“ Quando uscirà il tuo prossimo libro ? ” chiese Fabrizia osservando Giulia masticare a fatica.
“ La data è stata rimandata,” rispose Cesare, “ per via dell’assenza di Giulia.”
“ Hai saputo del nuovo direttore della Popolare di Intra ?” chiese Carlo a Cesare, “ pare che non abbia superato i mesi di prova e ..”
La frase fu interrotta dal rumore della forchetta di Giulia che cadeva a terra.  Lei fece finta di niente e cercò di mettere a fuoco il viso di Carlo. “ Non ha superato cosa ? ” chiese cercando di mostrarsi interessata.
“ Il periodo di prova. Ha fatto un gran casino con i titoli di alcuni clienti importanti, si mormora.”
“ Allora fanno bene a sbatterlo fuori,” commentò Cesare, “ gli incompetenti non dovrebbero giocare con i nostri soldi.”
“ Cioè ?” chiese Giulia guardando Cesare che improvvisamente aveva due teste e quattro braccia. Lui rispose qualcosa ma lei sentì solo un suono lontano. Cosa le stava succedendo ?  Eppure aveva mangiato solo del prosciutto che gli altri avevano già assaggiato e la bottiglietta del succo di pomodoro l’aveva aperta con le sue mani. Non l’aveva neanche condito e il bicchiere era sempre stato nelle sue mani. No ! Non era così ! Aveva  appoggiato il bicchiere sul tavolino per andare ad aprire la porta ! Cesare avrebbe potuto versarle qualcosa nel succo in quel momento. Era andata così ?
“ Fabrizia … ” disse cercando di emergere dalla nebbia che l’avvolgeva, “ …. aiutami …. ”
Si sentì cadere a terra, poi le scarpe di Rosa che correvano verso di lei e i volti sfuocati di Cesare, Carlo e Fabrizia che dicevano qualcosa, ma lei non sentiva nulla. Cesare la sollevò dal pavimento e tenendola in braccio come un manichino la portò in camera da letto, seguito da Carlo e Fabrizia.
“ Dannazione, Cesare, cosa sta succedendo ? ” chiese Fabrizia con un tono di voce un po’ isterico.
Giulia cercò di parlare, ma non riusciva neanche ad aprire gli occhi. Cercò di combattere per non svenire, e sentì Cesare rispondere singhiozzando.   “ Vorrei tanto saperlo.”
“ Cosa vuoi dire ? Cos’ha Giulia ?”
“ Non lo sappiamo con precisione,” rispose lui sempre piangendo, “ ma da qualche settimana la nostra vita è diventata un inferno. Sembra che Giulia abbia un esaurimento nervoso. Ha perso completamente la memoria. Non riconosce neanche me e non sa più chi è lei.”
“ Ma cosa stai dicendo ? Non è possibile ! ”
“ Invece è così. E’ scomparsa di casa circa un mese fa. L’ho ritrovata in un ospedale di Milano grazie alla polizia. Non ricordava neanche il suo nome. ”
Giulia navigava nel nulla, sentendosi la protagonista di una storia ai confini della realtà.
“ Ma se ha riconosciuto noi ! ” esclamò Carlo.
“ No, ha ragione Cesare,” obiettò Fabrizia, “ non si ricordava neanche di Cape Town. E la conversazione era strana. Non era lei. Anche al telefono avevo l’impressione che straparlasse.       La state curando ? Prende qualcosa  ? ”
“ Il neurologo le ha prescritto degli ansiolitici, ma Giulia si rifiuta di prenderli. Dice che la fanno stare peggio. Non so più cosa fare”.Cesare ricominciò a piangere. “ Non potete capire…. Non potete neanche immaginare cosa abbiamo passato nelle ultime settimane…ormai, io sono disperato. Ha degli sbalzi d’umore sconvolgenti. Un momento è seduta tranquilla nel portico e un attimo dopo sembra una pazza furiosa. Così, senza motivo. Oppure ti parla tranquillamente e poco dopo piange e comincia a tirare oggetti ovunque. Ha cercato di strappare tutti i suoi vestiti. Non so mai come comportarmi per non provocare una tragedia.”
“ Da quanto tempo sta male ? ” chiese Carlo.
“ Da circa un mese.”
“ E’ successo qualcosa in Sudafrica ?”
“ Non è mai stata via. Non era in Sudafrica.”
Fabrizia e Carlo soffocarono simultaneamente un’esclamazione.
“ In realtà, questa situazione va avanti da molto più tempo. Da quando ha perso il bambino non è più stata la stessa. Ormai sono convinto che sia inutile sperare che le cose migliorino.”
“ Mah…sembrava che se ne fosse fatta una ragione, insomma, che avesse superato il momento e sperasse di rimanere ancora incinta …. In fondo, molte donne subiscono un aborto spontaneo e poi hanno altri bambini. Ne avevamo anche parlato con molta serenità.”
“ Credimi, questo è quello che mostrava in pubblico. Con gli altri, si sforzava di essere serena ed ottimista. Forse per lei questa finzione è stata troppo. Non ha mai accettato la perdita e non è riuscita ad elaborare il lutto. Così, ha preferito dimenticare tutto e rifugiarsi in un mondo solo suo.  Il neurologo ha definito questa reazione uno stato di fuga isterica.”
“ E’ pazzesco …”
“ Ma può guarire, vero ?”
“ In teoria, doveva già essere successo. Il medico è molto pessimista. Pare che stia peggiorando.   Ha anche aggredito Rosa con un forchettone appuntito. Purtroppo, non sta solo male ma è anche pericolosa per gli altri. Per se stessa, non voglio neanche pensarci …”
“ Oh mio Dio ! Non penserai che possa farsi del male volontariamente ?”
“ No, non posso crederci. La conosco, non lo farebbe mai !”
“ E tu pensi che io sia nelle condizioni di correre questo rischio ?”
“ Cosa vuoi dire ? ”
“ Cosa pensi che stia dicendo ? Sono settimane che non so più dove sbattere la testa. E prima di questa situazione, ha sofferto per mesi di depressione, e non ha permesso a nessuno di aiutarla. Come pensi che mi senta ? Quando esco per andare al lavoro non so mai cosa potrà fare, se scapperà ancora, se troverò la casa distrutta o addirittura … non voglio neanche dirlo.”
“ No, a questo non crederò mai,” dichiarò Fabrizia con foga, “ Giulia non si toglierebbe mai la vita.”
“ Era Giulia la donna che hai visto stasera ?” chiese Cesare in tono piatto.
Carlo e Fabrizia non trovarono parole per rispondere, e guardarono ammutoliti l’amico disperato davanti a loro.
“ Se continuerà a peggiorare,” sospirò Cesare a voce bassa, “ sarò costretto a chiedere l’interdizione legale.”
“ Oh no ! Cesare ! Non puoi dire sul serio ! ”
“ E cos’altro posso fare ? Ditemelo voi. Ditemi voi che alternative ci sono. Ho tentato di tutto, e lei sta sempre peggio”.
Mio Dio, aiutami, pensò Giulia sprofondando sempre più nell’oscurità, aiutami, qualcuno mi  aiuti ….

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