“ Ti
va un aperitivo ?”
“ Sì,
ma vorrei qualcosa di fresco e leggero.”
“ Non
avevo in mente di prepararti un Negroni. Pensavo ad un succo di pomodoro o
qualcosa del genere.”
“ Un
succo di pomodoro va bene, grazie.” Giulia era insospettita dalla premura di
Cesare. Lui si alzò dal divano per
andare al mobile bar. “ Posso prepararmelo da sola,” disse raggiungendolo.
“
Pensi davvero che voglia metterti qualcosa nel succo ?” Nelle sue parole si sentiva la frustrazione.
“ Ma
dai …” In realtà era esattamente quello che temeva.
Quando
Rosa gli aveva telefonato in studio per riferirgli quello che era successo,
Cesare si era precipitato a casa come una furia. Era sconvolto e rabbioso. Poi,
però, quando ne avevano parlato con più calma, aveva cambiato completamente
atteggiamento e le aveva detto che comprendeva la sua necessità e il desiderio
di incontrare gli amici e ricominciare ad avere una vita sociale. E aveva
criticato Rosa per aver cercato di portarle via il telefono. La donna aveva
accettato il rimprovero senza dire una parola. Falso, bastardo e bugiardo,
aveva pensato lei assistendo alla scena. Comunque, se Giulia era felice di
passare una sera con gli amici e si sentiva abbastanza in forma per farlo lui
ne era contentissimo. A proposito, chi abbiamo a cena ? E’ una sorpresa, aveva
risposto lei. Giulia non aveva voluto prendere le pastiglie, e lui aveva ceduto
anche su quello. “ Se pensi che non ti facciano bene, le sospendiamo”, aveva
detto, alimentando in lei ulteriore perplessità.
Sta
preparando qualcosa, non è mai stato così arrendevole, si ripeteva cercando di
non lasciar trapelare nessuna emozione. Alla cena però avrebbe pensato Rosa,
perché per Giulia sarebbe stato troppo impegnativo e non si sarebbe goduta la
serata. Non c’è problema, riflettè lei, mangerò solo quello che gli altri
avranno già assaggiato. Doveva essere sveglia e attenta, prestare la massima
attenzione a tutto, e trovare il momento giusto per riuscire a parlare con
Fabrizia. Sempre ammesso che fosse veramente Fabrizia l’ospite di quella sera.
Giulia aprì la bottiglietta di
succo di pomodoro e riempì il bicchiere, decidendo di berlo naturale, senza
nessun condimento. Le salse e il succo di limone erano già stati aperti, e lei
voleva essere sicura di non fare neanche un errore. Lo assaggiò, poi tornò a
sedersi sul divano davanti al caminetto. Osservò Cesare che si preparava un
martini. Lui si voltò a guardarla e le sorrise. Giulia si sforzò di ricambiare.
In realtà non si sentiva molto bene, solo molto determinata. Le tremavano le
mani e le labbra. Strinse forte i denti.
“
Amore, ti senti bene ?”
“
Certo. Grazie.”
“ Se
vuoi, hai ancora qualche minuto per salire a riposarti un po’ ..”
“ Non
è necessario, mi sento bene.”
“
Stasera sei bellissima.”
Giulia
si sentì lusingata per il complimento ma non ci credette neanche per un
istante. Forse, appena decente. Aveva fatto il possibile per rendersi
presentabile, truccandosi con molta fatica perché le tremavano le mani e
sbavando sia la matita per gli occhi che il rossetto, e il fard era decisamente
eccessivo sul suo pallore grigiastro. Ma Cesare aveva insistito perché lei
scegliesse colori brillanti. Giulia avrebbe preferito un trucco più discreto,
ma non aveva la forza per discutere. Così, ora si sentiva come se sulla faccia
avesse una maschera di carnevale, per non parlare del vestito e delle scarpe.
Aveva già appoggiato sul letto un tubino nero, liscio e semplice, da
accompagnare a un paio di ballerine basse e morbide. Mentre lei era in bagno,
cercando di dare un po’ di volume ai capelli secchi e senza vita, Cesare aveva
sostituito l’abito. Ora indossava un mini vestito aderentissimo fucsia, che le
lasciava la schiena completamente nuda. La scollatura vertiginosa luccicava di
strass. Le morbide ballerine avevano lasciato il posto a un paio di decolletè a
punta con un tacco di dodici centimetri, praticamente dei trampoli. Guardandosi
allo specchio, si era sentita oscena. Ma non voleva offrire a Cesare nessun
appiglio per annullare la cena, e aveva fatto buon viso a cattiva sorte.
Ancora
non aveva capito il gioco di Cesare. Se i sogni che faceva erano ricordi reali
che emergevano a livello inconscio, lei era in un mare di guai. Guai
pericolosi. Le aveva mentito e aveva raccontato altre bugie a tutti i loro
amici. Cosa era vero e cosa era menzogna ? Giulia non riusciva a capire. E
avrebbe voluto convincersi che i suoi erano solo incubi e che Cesare era l’uomo
meraviglioso che sembrava essere.
Ma dentro di sé sapeva che la
verità era un’altra. Solo, mancavano ancora troppi tasselli per poter
ricomporre un quadro comprensibile del suo passato e del presente.
“ Sei sicura di essere pronta ? ”
le stava chiedendo Cesare.
Lei rispose con un cenno della
testa. Non sapeva quale alternativa preferire. La prima prevedeva la situazione
in cui lei era veramente malata, una donna con seri disturbi psichici,
destinata a peggiorare se non si fosse curata con i farmaci che le erano stati
prescritti, ma con la fortuna di avere accanto un marito che l’amava e che
avrebbe fatto di tutto per proteggerla, anche da se stessa e dalle proprie
responsabilità. La seconda, invece, riguardava una donna che stava vivendo un
incubo accanto ad un uomo che, oltre ad essere un mostro, stava facendo di
tutto per farla impazzire completamente. Quale scatola sceglie ? Non perdetevi
il nuovo programma di Rai Uno con Bonolis.
Il campanello dell’ingresso
suonò.
“ Apro io,” disse Giulia rivolta
a Rosa che si stava già avvicinando alla porta.
“ Torni pure in cucina,” disse
Cesare alla donna.
Le mani tremanti di Giulia
rovesciarono un po’ di succo di pomodoro sul pavimento. Cercò di appoggiare il
bicchiere sul tavolino senza rovesciarlo, concentrandosi sull’atto di respirare
lentamente, sperando che almeno le gambe non la tradissero.
“ Forza, ce la puoi fare,” la
incoraggiò Cesare con un sorriso.
Giulia cercò di camminare su quei
tacchi assurdi, stando attenta a mettere un piede davanti all’altro senza
spezzarsi una caviglia. Il campanello suonò una seconda volta.
“ Stai tranquilla,” si raccomandò
Cesare mentre lei raggiungeva finalmente la porta e l’apriva.
Si trovò davanti una donna che
tendeva verso di lei un grande mazzo di margherite, mentre l’uomo che
l’accompagnava teneva in mano una bottiglia di vino rosso.
“ Finalmente ! Bentornata !”
esclamò la donna abbracciandola, “ ma cosa ti è saltato in mente di partire per
tutto questo tempo senza avvisare nessuno !” Allontanò Giulia per osservarla
meglio, dandole la possibilità di fare altrettanto.
Era piccolina e paffuta, con una
gran massa di riccioli platinati che le scendevano fino alle spalle, tenuti
indietro da una fascia di seta blu luccicante di brillantini. Alle orecchie
portava due grossi orecchini a forma di cuore. Indossava un morbido completo
pantaloni di seta dello stesso colore del cerchietto, e i polsi tintinnavano
per l’incredibile quantità di braccialetti. Truccata vistosamente, dava l’impressione
di essere una donna allegra e un po’ stravagante. E la stava fissando con
un’espressione incredula.
“ Ma cosa diavolo hai fatto ?” le
chiese.
Giulia si tirò un po’ indietro e
si portò le mani al volto, come se volesse nascondersi.
“ Cosa vuoi dire ? ”
“ Cosa ti sei fatta alla faccia
?” Fabrizia le prese la testa fra le mani girandogliela da una parte all’altra.
“ E i capelli ? Non ti sarai fatta mettere le mani in testa da quelle africane
sporche e selvagge, eh ? ”
“ Ma che razza di domande le stai
facendo ? ” intervenne l’uomo che l’accompagnava chiudendo la porta e porgendo
a Cesare la bottiglia. “ Ciao, Cesare. Come te la passi ? ”
“ Benone, grazie. E tu ?”
“ Sempre bene quando la mia sala
d’attesa rigurgita di donne orribili che vogliono tornare ragazzine. ”
“ Giulia,” disse Cesare baciando
la moglie e spingendola verso la sala.
“ Che cos’ha Giulia ?” sussurrò
Fabrizia. Giulia vide Cesare scuotere la
testa senza rispondere.
“ Cosa ti è successo ? ” insistè
Fabrizia mettendo le margherite in mano a Rosa, che era entrata in sala con un
vassoio di stuzzichini. “ E chi è quella ? ” continuò un po’ stranita, “ cosa state combinando ? ”
“ Fabrizia, per favore, siamo
appena entrati in casa ! ” sbottò
Carlo.
“ Era Rosa, ” spiegò Cesare mentre
Giulia si sentiva osservata dallo sguardo di Fabrizia come un insetto su un
vetrino.
“ E’ sempre venuta tre volte alla settimana per
occuparsi della casa, ma quando Giulia è partita, ha accettato di aumentare le
ore. Almeno per adesso. A fine estate vedremo”.
“ Beh, certo è un bell’aiuto, ” disse Fabrizia
senza smettere di osservare Giulia.
“ Ti sembro così diversa ? ” insisté Giulia, “ forse è la pettinatura, o magari il trucco”.
“ No, è qualcosa di più … ma non
riesco a focalizzare esattamente cosa.”
“ Adesso bando alle chiacchiere e
passiamo gli stuzzichini. Assaggia quello con il gamberetto, cara, è
fantastico,” disse Carlo porgendo il vassoio alla moglie.
“ Secondo me, Giulia è
bellissima,” intervenne Cesare. “ Che
cosa bevete ? ”
“ Un gin tonic,” rispose Carlo.
“ Il tuo è un martini ?” chiese
Fabrizia guardando il bicchiere che Cesare teneva in mano.
“ Sì.”
“ Va bene anche per me. Tu cosa
stai bevendo, Giulia ?”
Lei alzò il bicchiere. “ Un
delizioso succo di pomodoro.”
“ Succo di pomodoro ? E da quando
? Adesso sono sicura che mi nascondi qualcosa. Da quando ti conosco ti ho
sempre vista aprire le danze con qualcosa di molto alcolico !”
“ Stasera non ho voglia di
liquori,” mentì Giulia, “ credo di non
avere ancora digerito il cibo dell’aereo.”
“ Allora vedi che era meglio
rimandare !”
“ No, non era per niente
necessario, sto benissimo.”
“ A me non sembra affatto. Hai
l’aria sconvolta.”
“ Fabrizia !”
“ Stai zitto, Carlo. Posso dire
quello che penso, no ?”
“ Dire quello che pensi va bene,
ma mi sembra che Giulia cominci ad essere in imbarazzo.”
“ A proposito,” intervenne
Cesare, “ io sono in imbarazzo per aver accettato quella costosa bottiglia di
vino senza ringraziare.”
“ Figurati. Accettiamo i
ringraziamenti.”
“ Davvero sembro sconvolta ? ” bisbigliò
Giulia a Fabrizia, “ cosa c’è che non va nel mio aspetto ? ”
La donna la guardò esitando per
un istante. “ Come faccio a dirti cosa c’è che non va senza offenderti ? “
Rimase ancora un attimo in silenzio. “ Beh…tanto per cominciare… sotto quel trucco
un po’ troppo pesante sei grigia e hai le occhiaie…. E poi, i capelli…. non so
neanch’io ..sembrano .. …..finti, ecco.”
“ Credo che Giulia si sia
stancata molto durante il viaggio,” intervenne Cesare mettendo un braccio sulla
spalla della moglie, “ e tutti sanno che nel deserto non è facile prendere
appuntamento per una messa in piega.”
“ Sarà … ma non è solo quello.”
Fabrizia prese il suo martini e lo alzò in un brindisi. “ Cin cin.”
Giulia finì il suo aperitivo.
“ Te ne preparo un altro ? ”
chiese Cesare premurosamente.
“ Lo prendo da sola.”
“ Te lo porto io,” intervenne
Carlo, “ tu siediti e mangia un po’ di schifezze. Anche quelli con il formaggio
e le noci sono ottimi.”
“ Perché non ci accomodiamo tutti
? ” chiese Giulia.
“ Buona idea. Mio marito si può
sedere di fianco al vassoio ? E’ il suo posto preferito.” rise Fabrizia.
“ Ah, che moglie sollecita ! “
scherzò Carlo rivolto a Giulia, che lo stava osservando cercando di capire che
tipo di uomo fosse. Era alto e robusto, con un’aria decisamente simpatica ma
nello stesso tempo attraente. Si spiegava perché ci fossero lunghe liste
d’attesa per essere operate da quelle mani che al momento si dirigevano
un’altra volta verso le tartine. “ Tu ne vuoi ?” le chiese lui.
Giulia accettò il crostino al
caviale che Carlo le stava porgendo e lo assaggiò.
“ Allora, raccontaci tutto del
Sudafrica,” la incalzò Fabrizia, “ cos’hai fatto laggiù per un mese ? ”
“ Beh, se c’è un posto in cui non
è difficile trovare qualcosa da fare è proprio quello !” ribattè Carlo, “ c’è solo l’imbarazzo della scelta.”
“ Beh, magari per quindici
giorni,” obiettò la moglie, “ ma quando hai visto cento leoni quanti altri ne
vuoi fotografare ? ”
“ Giulia è sempre stata
innamorata del Sudafrica,” intervenne Cesare.
“ Va bene, allora hai visto gli
animali. E poi cos’altro hai fatto ? ” continuò Fabrizia.
“ Cara, sembra un interrogatorio
della Gestapo,” disse Carlo, “ cosa vuoi che abbia fatto in vacanza ? Sarà
andata in giro a divertirsi e avrà passato la maggior parte del tempo a carpire
i segreti culinari degli africani.”
“ Sei tornata a Cape Town ? ”
“ Sì, ci sono stata qualche
giorno,” mentì Giulia che cominciava a sentirsi confusa e avvertiva un leggero
senso di nausea. “ Ma era piena di turisti. Troppo caos.”
“ Questo mi lascia veramente
perplessa. Hai sempre detto che l’adori ! ”
“ E invece questa volta non l’ha
fatta impazzire, ” rispose Carlo al posto di Giulia. “ Allora, Cesare, cosa
succede nel mondo dei crimini finanziari ? ”
“ Le solite cose. Soldi e raggiri
fiscali a più non posso.”
“ Troppo lavoro per prenderti una
vacanza con tua moglie ? ” chiese Fabrizia ironicamente.
“ Non potevo lasciare le udienze
a metà processo. Ma ci sarei andato molto volentieri.”
“ Beh, magari la prossima volta,”
intervenne Carlo.
“ E il mondo della chirurgia plastica ? ”
chiese Cesare mentre Giulia guardava il marito diventare doppio, poi riunirsi e
sdoppiarsi nuovamente. Cosa stava succedendo ?
“ C’è sempre moltissimo lavoro.
Ti illudi che le emergenze siano finite con l’arrivo dell’estate, ma non è
così. Sono sempre oberato di lavoro. A proposito, ti ho detto a chi ho appena
fatto una riduzione del seno ? ”
“ Giulia, qualcosa non va ? ”
Fabrizia aveva appoggiato una mano sul braccio di Giulia, che era lentamente
scivolata verso il bordo del divano.
“ Niente, ho avuto una piccola
vertigine.”
“ Non ti senti bene ? Ti gira la
testa ? ”
Giulia guardò il viso ansioso di
Cesare. “ E’ già passato. Va tutto bene. ” Forse Rosa aveva messo qualcosa
negli stuzzichini ? Come se stesse rispondendo all’accusa inespressa, Cesare ne
prese uno e se lo infilò in bocca. E poi, tutti ne avevano mangiati. Quindi,
non potevano essere le tartine. Allora che cosa ? Il succo di pomodoro ? Era
possibile che Cesare avesse sciolto qualcosa nel suo aperitivo ? Senza che lei
se ne accorgesse ? Oh no, no, non crollare proprio adesso, pregò in silenzio.
Prima stavi benissimo. Beh, forse non eri proprio in forma ma di sicuro non
avevi giramenti di testa, la sensazione di dover vomitare e le persone intorno
a te non si erano moltiplicate. Resisti, gemette dentro di sé, devi resistere
fino a quando non sarai riuscita a parlare con Fabrizia.
E Fabrizia … che reazione avrebbe
avuto ? Era già rimasta sconvolta dal suo aspetto e da quel viaggio improvviso.
Come avrebbe preso la questione della perdita della memoria ? La sua
convinzione di essere prigioniera in casa ? Ti crederà ? Oppure si comporterà
come Tiziana e crederà alla versione di Cesare ? Inoltre, come puoi pensare di
convincerla, se nemmeno tu sei in grado di spiegare cos’è successo
davvero e perché Cesare dovrebbe essere il mostro che le descriverai ?
Lui mente molto bene, riflettè. Anche Fabrizia penserà che hai un
esaurimento nervoso ?
E poi, cosa le racconterai esattamente ? Le parlerai
anche del sangue e dei lividi ? Dei trentamila euro ? Come potrai giustificarli se
neanche tu hai una spiegazione ?
“ …. e non puoi neanche
immaginare cosa pretendeva ! Una riduzione del seno al sesto mese di gravidanza
! Allora le ho detto : cara signorina, lei sarà anche un personaggio famoso, ma
io sono un professionista serio e certe porcherie non le faccio ! Roba da
matti. Credono che basti avere i soldi e apparire in televisione per
permettersi qualsiasi cosa.”
“ Di quale personaggio famoso
stiamo parlando ? ”
“ Non posso rivelare il nome ..”
“ Ma se lo hai già raccontato a
tutta Verbania ! ” rise Fabrizia.
“ Posso solo dire che la domenica
pomeriggio puoi vederla su Sky. Hai capito di chi sto parlando ? Giulia ? ”
Giulia non riusciva a mettere a
fuoco il viso di Carlo. Cosa le stava chiedendo ? Stava parlando con lei ?
“ Scusa, puoi ripetere ? ”
“ Giulia, cosa c’è ? ”
“ Vuoi riposarti un attimo ? ”
“ E’ meglio se torniamo un’altra
sera.”
“ Sto bene, sto bene ! Scusate,
perché mi state addosso in questo modo ? Non c’è niente che non va. Ho solo
chiesto se poteva ripetermi la domanda.”
“ Stavi barcollando in avanti,”
spiegò Fabrizia.
“ No, sto bene. Probabilmente
sono digiuna da troppe ore. Ho solo bisogno di mangiare qualcosa”.
“ Quanti chili hai perso ? ” le
chiese Carlo.
“ Mi trovi dimagrita ? ” chiese
Giulia.
Cesare si toccava l’angolo della
bocca come se volesse comunicarle qualcosa. Giulia si toccò il mento con le
dita e sentì la saliva. Si asciugò con la mano cercando di apparire disinvolta.
In quel momento, Rosa entrò in
sala per avvisare che la cena era pronta.
“ Finalmente ! ” esclamò Giulia
alzandosi in fretta e aggrappandosi al braccio di Carlo prima di cadere a
terra.
“ Adesso basta,” intervenne
Fabrizia, “ tutto questo è assurdo. E’ chiaro che non stai bene e che devi metterti
a letto. Noi ce ne andiamo. Ci vedremo un’altra sera.”
“ No ! Sono solo un po’ stanca
per il viaggio,” insistè Giulia appoggiandosi a Carlo e spingendolo verso la
sala da pranzo.
“ Cesare, cosa diavolo sta
succedendo ? Vuoi dirmi la verità ? ” sentì Fabrizia bisbigliare a Cesare
cercando di trattenerlo in sala.
“ Allora, non avete fame ? ”
chiese tornando indietro, sempre attaccata al braccio di Carlo, cercando di
impedire a Cesare di rispondere.
Quando si sedettero a tavola,
Rosa cominciò a servire gli antipasti in un silenzio imbarazzato.
“ Che meraviglia,” commentò Carlo
con un tono di voce forzatamente allegro.
“ Buon appetito,” disse Giulia
osservando gli altri servirsi dai piatti di portata. Quando tutti ebbero finito
di scegliere, prese una fettina di prosciutto crudo e se la mise nel piatto,
aspettando che gli altri cominciassero a mangiare prima di assaggiarlo.
“ E’ buonissima,” si complimentò
Fabrizia masticando e indicando con la forchetta la torta salata di verdure, “
questa Rosa cucina da dio. Farai bene a tenertela stretta !”
Giulia si obbligò ad assaggiare
il prosciutto, rendendosi conto che tutti la stavano osservando di sottecchi.
Masticò lentamente, concentrandosi solo sul boccone senza sapore che aveva in
bocca. Sperava di riuscire a non vomitare subito dopo averlo ingoiato.
“ Quando uscirà il tuo prossimo
libro ? ” chiese Fabrizia osservando Giulia masticare a fatica.
“ La data è stata rimandata,”
rispose Cesare, “ per via dell’assenza di Giulia.”
“ Hai saputo del nuovo direttore
della Popolare di Intra ?” chiese Carlo a Cesare, “ pare che non abbia superato
i mesi di prova e ..”
La frase fu interrotta dal rumore
della forchetta di Giulia che cadeva a terra.
Lei fece finta di niente e cercò di mettere a fuoco il viso di Carlo. “
Non ha superato cosa ? ” chiese cercando di mostrarsi interessata.
“ Il periodo di prova. Ha fatto
un gran casino con i titoli di alcuni clienti importanti, si mormora.”
“ Allora fanno bene a sbatterlo
fuori,” commentò Cesare, “ gli incompetenti non dovrebbero giocare con i nostri
soldi.”
“ Cioè ?” chiese Giulia guardando
Cesare che improvvisamente aveva due teste e quattro braccia. Lui rispose
qualcosa ma lei sentì solo un suono lontano. Cosa le stava succedendo ? Eppure aveva mangiato solo del prosciutto che
gli altri avevano già assaggiato e la bottiglietta del succo di pomodoro
l’aveva aperta con le sue mani. Non l’aveva neanche condito e il bicchiere era
sempre stato nelle sue mani. No ! Non era così ! Aveva appoggiato il bicchiere sul tavolino per
andare ad aprire la porta ! Cesare avrebbe potuto versarle qualcosa nel succo
in quel momento. Era andata così ?
“ Fabrizia … ” disse cercando di
emergere dalla nebbia che l’avvolgeva, “ …. aiutami …. ”
Si sentì cadere a terra, poi le
scarpe di Rosa che correvano verso di lei e i volti sfuocati di Cesare, Carlo e
Fabrizia che dicevano qualcosa, ma lei non sentiva nulla. Cesare la sollevò dal
pavimento e tenendola in braccio come un manichino la portò in camera da letto,
seguito da Carlo e Fabrizia.
“ Dannazione, Cesare, cosa sta
succedendo ? ” chiese Fabrizia con un tono di voce un po’ isterico.
Giulia cercò di parlare, ma non
riusciva neanche ad aprire gli occhi. Cercò di combattere per non svenire, e
sentì Cesare rispondere singhiozzando.
“ Vorrei tanto saperlo.”
“ Cosa vuoi dire ? Cos’ha Giulia
?”
“ Non lo sappiamo con
precisione,” rispose lui sempre piangendo, “ ma da qualche settimana la nostra
vita è diventata un inferno. Sembra che Giulia abbia un esaurimento nervoso. Ha
perso completamente la memoria. Non riconosce neanche me e non sa più chi è
lei.”
“ Ma cosa stai dicendo ? Non è
possibile ! ”
“ Invece è così. E’ scomparsa di
casa circa un mese fa. L’ho ritrovata in un ospedale di Milano grazie alla
polizia. Non ricordava neanche il suo nome. ”
Giulia navigava nel nulla,
sentendosi la protagonista di una storia ai confini della realtà.
“ Ma se ha riconosciuto noi ! ”
esclamò Carlo.
“ No, ha ragione Cesare,” obiettò
Fabrizia, “ non si ricordava neanche di Cape Town. E la conversazione era
strana. Non era lei. Anche al telefono avevo l’impressione che
straparlasse. La state curando ?
Prende qualcosa ? ”
“ Il neurologo le ha prescritto
degli ansiolitici, ma Giulia si rifiuta di prenderli. Dice che la fanno stare
peggio. Non so più cosa fare”.Cesare ricominciò a piangere. “ Non potete
capire…. Non potete neanche immaginare cosa abbiamo passato nelle ultime
settimane…ormai, io sono disperato. Ha degli sbalzi d’umore sconvolgenti. Un
momento è seduta tranquilla nel portico e un attimo dopo sembra una pazza
furiosa. Così, senza motivo. Oppure ti parla tranquillamente e poco dopo piange
e comincia a tirare oggetti ovunque. Ha cercato di strappare tutti i suoi
vestiti. Non so mai come comportarmi per non provocare una tragedia.”
“ Da quanto tempo sta male ? ” chiese
Carlo.
“ Da circa un mese.”
“ E’ successo qualcosa in
Sudafrica ?”
“ Non è mai stata via. Non era in
Sudafrica.”
Fabrizia e Carlo soffocarono
simultaneamente un’esclamazione.
“ In realtà, questa situazione va
avanti da molto più tempo. Da quando ha perso il bambino non è più stata la
stessa. Ormai sono convinto che sia inutile sperare che le cose migliorino.”
“ Mah…sembrava che se ne fosse
fatta una ragione, insomma, che avesse superato il momento e sperasse di
rimanere ancora incinta …. In fondo, molte donne subiscono un aborto spontaneo
e poi hanno altri bambini. Ne avevamo anche parlato con molta serenità.”
“ Credimi, questo è quello che
mostrava in pubblico. Con gli altri, si sforzava di essere serena ed ottimista.
Forse per lei questa finzione è stata troppo. Non ha mai accettato la perdita e
non è riuscita ad elaborare il lutto. Così, ha preferito dimenticare tutto e
rifugiarsi in un mondo solo suo. Il
neurologo ha definito questa reazione uno stato di fuga isterica.”
“ E’ pazzesco …”
“ Ma può guarire, vero ?”
“ In teoria, doveva già essere
successo. Il medico è molto pessimista. Pare che stia peggiorando. Ha anche aggredito Rosa con un forchettone
appuntito. Purtroppo, non sta solo male ma è anche pericolosa per gli altri.
Per se stessa, non voglio neanche pensarci …”
“ Oh mio Dio ! Non penserai che
possa farsi del male volontariamente ?”
“ No, non posso crederci. La
conosco, non lo farebbe mai !”
“ E tu pensi che io sia nelle
condizioni di correre questo rischio ?”
“ Cosa vuoi dire ? ”
“ Cosa pensi che stia dicendo ?
Sono settimane che non so più dove sbattere la testa. E prima di questa
situazione, ha sofferto per mesi di depressione, e non ha permesso a nessuno di
aiutarla. Come pensi che mi senta ? Quando esco per andare al lavoro non so mai
cosa potrà fare, se scapperà ancora, se troverò la casa distrutta o addirittura
… non voglio neanche dirlo.”
“ No, a questo non crederò mai,”
dichiarò Fabrizia con foga, “ Giulia non si toglierebbe mai la vita.”
“ Era Giulia la donna che hai
visto stasera ?” chiese Cesare in tono piatto.
Carlo e Fabrizia non trovarono
parole per rispondere, e guardarono ammutoliti l’amico disperato davanti a
loro.
“ Se continuerà a peggiorare,”
sospirò Cesare a voce bassa, “ sarò costretto a chiedere l’interdizione legale.”
“ Oh no ! Cesare ! Non puoi dire
sul serio ! ”
“ E cos’altro posso fare ?
Ditemelo voi. Ditemi voi che alternative ci sono. Ho tentato di tutto, e lei
sta sempre peggio”.
Mio Dio, aiutami, pensò Giulia
sprofondando sempre più nell’oscurità, aiutami, qualcuno mi aiuti ….
Nessun commento:
Posta un commento