“ Che
cosa sta preparando ?” Giulia era sulla
soglia della portafinestra tra la veranda e la cucina. Rosa impastava con energia, in piedi davanti
al banco da lavoro. “ Una torta. Con cioccolato e marmellata di albicocche,
tipo una Sacher. Lei ha bisogno di prendere un po’ di chili.”
Suonò
il telefono.
Giulia
si voltò nella direzione del suono, ma le girava la testa e dovette appoggiarsi
al bordo del tavolo.
“
Chissà perché il telefono suona sempre quando uno ha le mani sporche di uova e
farina,” disse Rosa afferrando uno straccio appoggiato sulla sedia, dietro di
sé.
Senza
pensare a quello che stava facendo, Giulia si rialzò e corse verso il telefono.
“ No,
non risponda !” urlò Rosa.
“ E’
il mio telefono !” Afferrò la
cornetta.
“
Pronto ?”
Rosa
lasciò cadere lo straccio a terra e cercò di tirare il filo del telefono per
farle cadere il ricevitore dalle mani, ma Giulia riuscì a non farselo strappare
via. “ Stia indietro,” le disse con
ferocia.
“
Pronto ? Giulia ? Sei tu ?”
“ Sì !
Ciao !” gridò lei.
“
Giulia, sei tu ?”
“ Sì,
sono io.”
“ Ah,
scusa. Non avevo capito bene. Laura ha telefonato la settimana scorsa e una
tizia che dice di essere la tua governante o qualcosa del genere le ha detto
che eri in viaggio e che non sapeva quando saresti tornata.”
“ Sono
tornata …stamattina.”
“ Ah !
Allora è meglio se ci sentiamo più tardi. Anzi, richiamami tu quando puoi.”
“ No !
Adesso va benissimo ! Ho voglia di chiacchierare un po’. Ho sentito la tua
mancanza.”
Ma
con chi diavolo stava parlando ?
“
Anche tu mi sei mancata. Certo che sparire per un mese nel posto più bello del
mondo senza dire una parola non è un comportamento da amica ! Anzi, è da vera
stronza ! Sono schiattata d’invidia !”
“ Il
posto più bello del mondo ?”
“ Non
sei stata in Sudafrica ? Lo chiami sempre così, il posto più bello del mondo.
Avrai consumato migliaia di rullini ! Quindi stai facendo il grande salto, da
cuoca sopraffina a fotografa
professionista !”
“ Ah
sì ?”
“ Beh,
… almeno così dovrebbe essere. Me ne hai parlato per giorni. Giulia, va tutto
bene ? Stiamo avendo una conversazione un po’ delirante, nel caso non te ne fossi
accorta.”
“ E’
tutto ok. E tu, come stai ?”
Giulia
teneva d’occhio Rosa che le camminava intorno lentamente. “ Mi stia lontana !”
“
Scusa ?”
“ Non
stavo dicendo a te.”
“ Con
chi stai parlando ?”
“ E’
entrata un’ape dalla finestra. Sai che mi fanno paura.”
“ No,
non lo sapevo.”
Rosa
continuava a girarle intorno obbligandola a girare gli occhi e la testa,
peggiorandole il capogiro e il senso di nausea. “ Adesso basta !”
“
Giulia, lascia perdere. E’ difficile convincere un’ape con la dialettica.”
“
Signora, mi dia il telefono,” sussurrò Rosa con aria seria.
“ Se
ne vada e mi lasci in pace.”
“
Giulia, non è meglio se ci sentiamo in un altro momento ?”
“ No
!”
Rosa
cercò di strapparle il ricevitore. Giulia la respinse con una mano perdendo
l’equilibrio e sbattendo contro il lavello. Afferrò un forchettone a due punte
attaccato ai ganci d’acciaio delle posate e lo puntò verso la donna. Rosa si
allontanò spaventata, rassegnata alla sconfitta.
“ Per
la miseria, Giulia, ma è un’ape o un
dinosauro ? Cosa diavolo stai combinando ?”
Giulia
teneva Rosa sotto controllo con il forchettone. La donna la fissava
terrorizzata, respirando affannosamente. Che cosa avrà in mente ? si chiese Giulia, mentre valutava
l’ipotesi di raccontare la verità alla sconosciuta con la quale stava parlando
al telefono.
Ma
cosa poteva raccontarle ? Che suo marito e la domestica la tenevano prigioniera
in casa ? Che la drogavano e le impedivano di comunicare con gli amici ? Amici
che peraltro non ricordava di avere ? E
che in quel momento stava puntando un utensile da cucina come se fosse un’arma
contro una donna di mezza età che qualche minuto prima stava tranquillamente
impastando uova e farina ? Avrebbe pensato che aveva perso il cervello, oltre
alla memoria, e non avrebbe avuto torto.
La mia
unica possibilità è che mi veda con i suoi occhi, che venga a trovarmi e che io
possa raccontarle di persona tutto quello che mi è successo.
“
Allora, quando ci vediamo ?” esclamò, fissando Rosa che spalancò gli occhi
incredula. “ Come ci organizziamo ?”
“ Ma
sei davvero stordita ! Ti ho chiamata per questo, volevo sapere se per stasera
è confermato.”
“ Per
stasera ? ”
“ Ero
sicura che te ne saresti dimenticata. La cena da te, la cena di stasera !
Comunque avevo già detto a Carlo che sicuramente avremmo rimandato.”
“
Assolutamente no, non l’avevo dimenticato.”
“
Allora non rimandiamo ? Rimane per stasera ?”
“ Sì,
per stasera. Sono tornata oggi apposta !”
“
Questa è una balla ma farò finta di crederci. Se però sei troppo incasinata
andiamo a cena fuori, cosa dici ?”
“ No,
non è necessario. Va benissimo qui da me.”
Stava
succedendo tutto troppo in fretta. Doveva concentrarsi nonostante il capogiro,
la nausea e il forchettone puntato contro Rosa, sempre immobile sulla sedia.
Doveva fare uno sforzo enorme e pensare. Chi era la donna al telefono ? E chi
era Carlo ? Il marito ? Due sconosciuti che quella sera sarebbero venuti a
cena. Carlo, pensò ancora. Sono sicura di sapere chi è. Rosa si mosse sulla
sedia e Giulia reagì immediatamente brandendo la sua arma. Ma la donna si stava
solo sistemando meglio, e non sembrava avere l’intenzione di saltarle addosso
all’improvviso. Devo assolutamente capire con chi sto parlando, si ripetè
mentalmente. E se glielo chiedessi ? Scusa, ti aspetto a cena per le nove di
stasera ma, a proposito, chi sei ? Che idiozia. Eppure .. il nome dell’uomo le
girava per la testa con aria familiare. Carlo, Carlo… ma sì ! Carlo, il
chirurgo plastico ! Allora la donna al telefono era Fabrizia ! Fabrizia, la
moglie di Carlo Marri, il dottore dei lifting.
“ Ok,
allora saremo da te per le nove. Dobbiamo portare il dolce ?”
“ No,
stavo proprio preparando una Sacher.” Rosa scosse la testa rassegnata.
“
Allora porteremo il vino. Ci vediamo stasera.”
“ Sì.
A proposito, se qualcuno provasse a rimandare la cena, non ascoltarlo. Ok ?
Vieni comunque.”
“
Perché qualcuno dovrebbe rimandare ?”
“ Per
farti uno scherzo ?”
“ Ma
chi ?”
“
Chiunque. Anche Cesare.”
“
Giulia, c’è qualcosa che dovrei sapere ? “
“ No,
è tutto a posto.”
“ Mi
stai facendo venire dei dubbi.”
“ Non
ti preoccupare. Ma giurami che verrai in ogni caso.”
“
Giulia, cosa …”
“
Giuramelo. Ti prego. Per amicizia.”
“ Ok,
te lo giuro. Ma stasera pretendo una spiegazione.”
“ Stai
tranquilla. A più tardi. Ciao.”
Giulia
chiuse la telefonata e posò il forchettone nel lavandino. Rosa si alzò dalla
sedia scuotendo la testa. “ Ah, signora, questo non lo doveva fare. L’avvocato
non sarà per niente contento,” disse tornando a impastare con aria desolata.
E chi
se ne frega ! L’avvocato può anche andare a farsi fottere, canticchiò Giulia a
se stessa. Si sentiva viva ed elettrizzata, a dispetto di tutte le pastiglie
che le avevano dato.
Finalmente
stava per succedere qualcosa.
Nessun commento:
Posta un commento