mercoledì 23 gennaio 2013

Capitolo 15


“ Che cosa sta preparando ?”  Giulia era sulla soglia della portafinestra tra la veranda e la cucina.  Rosa impastava con energia, in piedi davanti al banco da lavoro. “ Una torta. Con cioccolato e marmellata di albicocche, tipo una Sacher. Lei ha bisogno di prendere un po’ di chili.”
Suonò il telefono.
Giulia si voltò nella direzione del suono, ma le girava la testa e dovette appoggiarsi al bordo del tavolo.
“ Chissà perché il telefono suona sempre quando uno ha le mani sporche di uova e farina,” disse Rosa afferrando uno straccio appoggiato sulla sedia, dietro di sé.
Senza pensare a quello che stava facendo, Giulia si rialzò e corse verso il telefono.
“ No, non risponda !” urlò Rosa.
“ E’ il mio telefono !”  Afferrò la cornetta.
“ Pronto ?”
Rosa lasciò cadere lo straccio a terra e cercò di tirare il filo del telefono per farle cadere il ricevitore dalle mani, ma Giulia riuscì a non farselo strappare via. “ Stia indietro,”  le disse con ferocia.
“ Pronto ? Giulia ? Sei tu ?”
“ Sì ! Ciao !” gridò lei.
“ Giulia, sei tu ?”
“ Sì, sono io.”
“ Ah, scusa. Non avevo capito bene. Laura ha telefonato la settimana scorsa e una tizia che dice di essere la tua governante o qualcosa del genere le ha detto che eri in viaggio e che non sapeva quando saresti tornata.”
“ Sono tornata …stamattina.”
“ Ah ! Allora è meglio se ci sentiamo più tardi. Anzi, richiamami tu quando puoi.”
“ No ! Adesso va benissimo ! Ho voglia di chiacchierare un po’. Ho sentito la tua mancanza.”
Ma con chi diavolo stava parlando ?
“ Anche tu mi sei mancata. Certo che sparire per un mese nel posto più bello del mondo senza dire una parola non è un comportamento da amica ! Anzi, è da vera stronza ! Sono schiattata d’invidia !”
“ Il posto più bello del mondo ?”
“ Non sei stata in Sudafrica ? Lo chiami sempre così, il posto più bello del mondo. Avrai consumato migliaia di rullini ! Quindi stai facendo il grande salto, da cuoca sopraffina a fotografa  professionista !”
“ Ah sì ?”
“ Beh, … almeno così dovrebbe essere. Me ne hai parlato per giorni. Giulia, va tutto bene ? Stiamo avendo una conversazione un po’ delirante, nel caso non te ne fossi accorta.”
“ E’ tutto ok. E tu, come stai ?”
Giulia teneva d’occhio Rosa che le camminava intorno lentamente. “ Mi stia lontana !”
“ Scusa ?”
“ Non stavo dicendo a te.”
“ Con chi stai parlando ?”
“ E’ entrata un’ape dalla finestra. Sai che mi fanno paura.”
“ No, non lo sapevo.”
Rosa continuava a girarle intorno obbligandola a girare gli occhi e la testa, peggiorandole il capogiro e il senso di nausea. “ Adesso basta !”
“ Giulia, lascia perdere. E’ difficile convincere un’ape con la dialettica.”
“ Signora, mi dia il telefono,” sussurrò Rosa con aria seria.
“ Se ne vada e mi lasci in pace.”
“ Giulia, non è meglio se ci sentiamo in un altro momento ?”
“ No !”
Rosa cercò di strapparle il ricevitore. Giulia la respinse con una mano perdendo l’equilibrio e sbattendo contro il lavello. Afferrò un forchettone a due punte attaccato ai ganci d’acciaio delle posate e lo puntò verso la donna. Rosa si allontanò spaventata, rassegnata alla sconfitta.
“ Per la miseria, Giulia, ma è un’ape o un  dinosauro ? Cosa diavolo stai combinando ?”
Giulia teneva Rosa sotto controllo con il forchettone. La donna la fissava terrorizzata, respirando affannosamente. Che cosa avrà in  mente ? si chiese Giulia, mentre valutava l’ipotesi di raccontare la verità alla sconosciuta con la quale stava parlando al telefono.
Ma cosa poteva raccontarle ? Che suo marito e la domestica la tenevano prigioniera in casa ? Che la drogavano e le impedivano di comunicare con gli amici ? Amici che peraltro non ricordava di  avere ? E che in quel momento stava puntando un utensile da cucina come se fosse un’arma contro una donna di mezza età che qualche minuto prima stava tranquillamente impastando uova e farina ? Avrebbe pensato che aveva perso il cervello, oltre alla memoria, e non avrebbe avuto torto.
La mia unica possibilità è che mi veda con i suoi occhi, che venga a trovarmi e che io possa raccontarle di persona tutto quello che mi è successo.
“ Allora, quando ci vediamo ?” esclamò, fissando Rosa che spalancò gli occhi incredula. “ Come ci organizziamo ?”
“ Ma sei davvero stordita ! Ti ho chiamata per questo, volevo sapere se per stasera è confermato.”
“ Per stasera ? ”
“ Ero sicura che te ne saresti dimenticata. La cena da te, la cena di stasera ! Comunque avevo già detto a Carlo che sicuramente avremmo rimandato.”
“ Assolutamente no, non l’avevo dimenticato.”
“ Allora non rimandiamo ? Rimane per stasera ?”
“ Sì, per stasera. Sono tornata oggi apposta !”
“ Questa è una balla ma farò finta di crederci. Se però sei troppo incasinata andiamo a cena fuori, cosa dici ?”
“ No, non è necessario. Va benissimo qui da me.”
Stava succedendo tutto troppo in fretta. Doveva concentrarsi nonostante il capogiro, la nausea e il forchettone puntato contro Rosa, sempre immobile sulla sedia. Doveva fare uno sforzo enorme e pensare. Chi era la donna al telefono ? E chi era Carlo ? Il marito ? Due sconosciuti che quella sera sarebbero venuti a cena. Carlo, pensò ancora. Sono sicura di sapere chi è. Rosa si mosse sulla sedia e Giulia reagì immediatamente brandendo la sua arma. Ma la donna si stava solo sistemando meglio, e non sembrava avere l’intenzione di saltarle addosso all’improvviso. Devo assolutamente capire con chi sto parlando, si ripetè mentalmente. E se glielo chiedessi ? Scusa, ti aspetto a cena per le nove di stasera ma, a proposito, chi sei ? Che idiozia. Eppure .. il nome dell’uomo le girava per la testa con aria familiare. Carlo, Carlo… ma sì ! Carlo, il chirurgo plastico ! Allora la donna al telefono era Fabrizia ! Fabrizia, la moglie di Carlo Marri, il dottore dei lifting.
“ Ok, allora saremo da te per le nove. Dobbiamo portare il     dolce ?”
“ No, stavo proprio preparando una Sacher.” Rosa scosse la testa rassegnata.
“ Allora porteremo il vino. Ci vediamo stasera.”
“ Sì. A proposito, se qualcuno provasse a rimandare la cena, non ascoltarlo. Ok ? Vieni comunque.”
“ Perché qualcuno dovrebbe rimandare ?”
“ Per farti uno scherzo ?”
“ Ma chi ?”
“ Chiunque. Anche Cesare.”
“ Giulia, c’è qualcosa che dovrei sapere ? “
“ No, è tutto a posto.”
“ Mi stai facendo venire dei dubbi.”
“ Non ti preoccupare. Ma giurami che verrai in ogni caso.”
“ Giulia, cosa …”
“ Giuramelo. Ti prego. Per amicizia.”
“ Ok, te lo giuro. Ma stasera pretendo una spiegazione.”
“ Stai tranquilla. A più tardi. Ciao.”
Giulia chiuse la telefonata e posò il forchettone nel lavandino. Rosa si alzò dalla sedia scuotendo la testa. “ Ah, signora, questo non lo doveva fare. L’avvocato non sarà per niente contento,” disse tornando a impastare con aria desolata.
E chi se ne frega ! L’avvocato può anche andare a farsi fottere, canticchiò Giulia a se stessa. Si sentiva viva ed elettrizzata, a dispetto di tutte le pastiglie che le avevano dato.
Finalmente stava per succedere qualcosa.

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