L’avvocato
Marco Costa si presentò all’accettazione dell’ospedale e chiese del dottor
Carlo Marri. Gli diedero le indicazioni
e lui salì al terzo piano con l’ascensore, diretto alla camera 12. Davanti alla
porta c’erano due uomini, in jeans e maglietta, che avevano tutta l’aria di essere
guardie del corpo.
“ Sono
l’avvocato Costa,” si presentò, “ devo vedere il dottor Marri.”
“ Un
attimo,” rispose uno dei due uomini. Bussò alla porta della stanza ed entrò.
L’avvocato
cominciò a passeggiare avanti e indietro nel corridoio, chiedendosi cosa fosse
successo perché il più famoso chirurgo plastico della zona gli telefonasse
personalmente all’alba per chiedergli un incontro privato in ospedale.
Finalmente, il medico uscì dalla stanza.
“
Buongiorno,” lo salutò con aria grave tendendogli la mano, “ grazie per essere
venuto senza preavviso. Possiamo parlare qualche minuto qui fuori ?” Lo guidò verso una fila di sedie di plastica.
“ Mi
sono fatto sostituire in tribunale. La sua telefonata mi ha sinceramente
incuriosito.”
“ Si
tratta di una questione estremamente delicata. La paziente ha chiesto di lei.”
spiegò Marri.
“ Chi
è ?”
“ E’
Giulia Marini.”
“
Giulia .. Marini ? Stiamo parlando della moglie ….”
“ Sì.
La moglie di Cesare Panti.”
“ L’ho
conosciuta. Cos’è successo ?”
“ Si è
presentata questa notte al pronto soccorso. Era stata picchiata a sangue e,
sembra, violentata. Non ha voluto dire chi fosse l’aggressore, si è rifiutata
di dire il suo nome e ha impedito ai medici di chiamare la polizia. Poi mi ha
fatto chiamare.”
“ E’
una sua paziente ?”
“ No,
è un’amica. Mia e di mia moglie. La conosciamo da quando ha sposato Cesare.
L’abbiamo frequentata con una certa assiduità negli ultimi sette anni.”
“
Quindi lei frequenta con una certa assiduità anche il marito ?”
“ Sì,
ma di questo parleremo dopo. Credo che mi abbia fatto chiamare perché si fida
di me e sapeva di avere bisogno di cure specifiche. Io sono un chirurgo
plastico.”
“ Le
lesioni sono gravi ?”
“
Gravissime. E’ stata picchiata con una violenza spaventosa in testa e in
faccia. Ha quattro coste rotte e molteplici tumefazioni e abrasioni al seno e
all’addome. Inoltre, sono state riscontrate abrasioni anche nella zona
vaginale. Il collega di traumatologia ha rinvenuto una sostanza che è senza
dubbio sperma.”
“
Capisco. Che tipo di cure ha ricevuto ?”
“ Per
adesso, non molte. Radiografie, applicazione di ghiaccio e fissatura delle
coste. Quando sono arrivato le ho suturato alcune lacerazioni sulla fronte,
sulle guance e sulle palpebre. E’ stata sedata e abbiamo proceduto con una
TAC.”
“
Lesioni neurologiche ?”
“
Miracolosamente, nessuna.”
“ Cosa
prevedete di fare ?”
“ Tra
due o tre giorni, quando le tumefazioni si saranno ridotte, dovrò intervenire
con un’operazione di chirurgia ricostruttiva.”
“ E lo
stato d’animo ?”
“ E’
molto lucida. Fredda e calma.”
“ E ha
chiesto di me ?”
“ Non
vuole incontrare nessun’altro.”
“
L’avete già fotografata ?”
“ No.”
“
Fatelo immediatamente. Non sarà piacevole, ma dal punto di vista legale è una
priorità assoluta. Avreste dovuto farlo prima di prestare cure mediche. La
polizia è già stata avvisata ?”
“ Non
ancora, sempre su sua richiesta. Ma ora non si può più rimandare.”
“ Me
ne occuperò io. Lei pensi alle fotografie. Inoltre, mi faccia avere un rapporto
scritto delle lesioni e del trattamento necessario, compreso un eventuale
intervento psichiatrico.”
Carlo
Marri si alzò. “ Lo farò subito.”
Anche
l’avvocato si alzò. “ Oltre a noi due e al personale del pronto soccorso, chi è
a conoscenza del ricovero ?”
“
L’editore di Giulia. Si chiama Luca Fossati. L’ho chiamato poco fa. Mi ha
chiesto lei di avvisarlo, sta arrivando da Milano. Il personale del pronto
soccorso però non conosce l’identità della signora.”
“
Parenti ?”
“ Non
credo ne abbia, a parte il marito.”
“ Lo
conosce bene ?”
“
Direi di sì.”
“ Cosa
ne pensa ?”
“
Penso che sia un mostro.”
La
stanza era in penombra. Dalle tapparelle abbassate filtravano pochi raggi di
sole che si riflettevano sulle pareti. Arredata in modo semplice come tutte le
camere d’ospedale, conteneva solo un letto singolo, un armadietto vuoto e un
comodino. Sotto le lenzuola si intravedeva una forma. Il viso era quasi
completamente avvolto dalle bende. Costa si sentì un po’ sollevato. Ricordava
molto bene lo splendido sorriso e la bellezza di Giulia. Avvicinò una sedia al
letto e si accomodò. Lei era sveglia e
lo stava guardando da una fessura tra le bende.
“
Giulia..” disse lui.
Lei
parlò muovendo appena le labbra. “ Grazie per essere venuto, avvocato.”
“
Marco. Perché hai chiesto di me ?”
“
Perché voglio che la questione venga risolta subito. E so che tu lo puoi fare.”
“ Va
bene. Cos’è successo ?”
“ Mio
marito ha cercato di uccidermi a pugni. La scorsa notte.”
“ C’è
un motivo preciso per quello che ha fatto ?”
“ Sì.
Sono andata via di casa dopo anni di violenze. Mi trovavo in una casa protetta
ad Arona. Stavo aspettando di lasciare l’Italia, dovevo partire tra pochi
giorni. Non so come abbia fatto, ma mi ha trovata.”
“
Avevi chiesto la separazione ?”
“ Sì,
ma sono dovuta scappare. E’ una storia molto lunga. Se non l’avessi fatto mi
avrebbe uccisa. Hanno dovuto proteggermi.”
“ C’è
qualcuno che può darmi altre informazioni sugli antefatti ?”
“ Sì.
La dottoressa Emanuela Sala e l’avvocato Martina Clerici. Non sanno ancora cosa
mi è successo. Non posso rivelare neanche a te dove si trova la casa protetta.”
“ A
questo penseremo dopo. Perché hai chiamato il dottor Marri ? Non hai pensato che avrebbe potuto
avvisare tuo marito ?”
“ Non
credo. Ha minacciato anche sua moglie per scoprire dov’ero.”
“
Oltre a picchiarti, ti ha anche violentata ?”
“ Sì,
ma non credo che ora sia molto importante.”
“
Giulia, lascia decidere a me cos’è importante adesso.”
“ Va
bene. Ma prima ascoltami. Devo dirti cosa voglio. Dopo potrai chiedermi tutto
quello che vuoi e io ti risponderò.”
“ Cosa
vuoi ?”
“
Voglio la separazione. Voglio che sia denunciato e che non possa avvicinarmi in
nessun modo. Voglio tutti i miei effetti personali e i soldi che ho guadagnato
con il mio lavoro. Voglio andarmene e non vederlo mai più.”
“ Con
una denuncia per tentato omicidio avrai molto di più.”
“ Non
hai capito. Voglio solo quello che mi appartiene. Rivoglio la mia vita. Puoi
aiutarmi ?”
“ Sì.
Tu mi lascerai fare ?”
Lei
annuì con gli occhi.
“ Ho
chiesto a Marri di fotografare le tue lesioni. Mi dispiace, ma ho bisogno di
queste foto.”
“ Va
bene.”
“ Ho
bisogno di una tua foto di prima… prima di questa notte.”
“ Puoi
chiederla al mio editore, Luca Fossati. Sta arrivando. Avevamo appena fatto
alcuni scatti per il mio nuovo libro.”
“ Sai
che dovrò parlare con la polizia. ”
“ Sì.”
“ Per
adesso non ho bisogno di sapere altro. Poi dovrò parlare con la Clerici e la
Sala, ma non c’è fretta. Ti serve qualcosa ?”
“ Sì.
Quando uscirò dall’ospedale, tra un paio di settimane, avrò bisogno di un posto
in cui andare per qualche giorno, possibilmente a Milano. E qualche vestito
comodo, tipo jeans, felpe e scarpe da ginnastica. Taglia 42, misura del piede
36. Nel parcheggio troverai una macchina a noleggio. Le chiavi sono al pronto
soccorso. E’ una Panda targata CC 123589. Bisogna farla avere all’avvocato
Clerici. E poi, avrò bisogno di un po’ di soldi in fretta. ”
Mentre
Giulia parlava, l’avvocato prendeva appunti. “ Va bene. La mia segretaria si
chiama Barbara. Ti porterà tutto quello che hai chiesto. Ti lascio i miei
numeri. Puoi chiamarmi quando vuoi, di giorno e di notte. Per qualsiasi cosa.”
“
Grazie.”
“ Vuoi
che avvisi qualcuno dei tuoi amici ?”
“ No.
Nessuno.”
L’avvocato
si alzò per congedarsi. “ Giulia .. tu sai che agirò in modo spietato e poco
convenzionale, vero ? Non mi hai chiamato perché mi comportassi in modo
diverso, immagino. Tu adesso hai il coltello dalla parte del manico, e io
utilizzerò qualsiasi mezzo a mia disposizione. C’è solo una condizione… non
puoi farti scrupoli sul mio modo di procedere.”
Lei
emise un suono strano che forse doveva essere una risata. “ Nessuno scrupolo.”
Marco
Costa lasciò il parcheggio dell’ospedale e puntò dritto verso il suo studio,
nella piazza principale, ascoltando il rombo del motore della sua Jaguar. Quel
rombo gli piaceva molto, perché lo aiutava a riflettere. E ora stava
riflettendo. Al primo semaforo rosso compose un numero telefonico sul cellulare
e aspettò. Scattò il verde, inserì la marcia e continuò a guidare.
“
Studio legale Panti e Osella, buongiorno,” rispose una voce femminile.
“ Devo
parlare con l’avvocato Osella, grazie.”
“ Chi
lo desidera ?”
“
L’avvocato Marco Costa. È urgente.”
“
L’avvocato Osella è già uscito. Posso riferire un messaggio ?”
“ No.
Mi metta in comunicazione con lui,” insistè Costa. Ci fu qualche secondo di
silenzio sulla linea, come se la segretaria stesse valutando l’urgenza della
richiesta. Poco dopo Alberto Osella era in linea.
“
Osella.”
Costa
tralasciò qualsiasi tipo di convenevole.
“ Sono
Costa. Tu rappresenti sempre il tuo socio Panti, vero ?”
“
Certo. Cosa succede ?”
“ Da
quanto tempo ci conosciamo, Alberto ?”
Osella
sembrò un po’ scocciato: “ Saranno almeno vent’anni.”
“ Tu
mi conosci come una persona decisa,
Alberto ?”
“ Sì,
deciso e pericoloso,” rispose lui con un tono di voce esasperato.
E
infatti, Osella doveva saperlo bene. Poco tempo prima Costa aveva inferto un
colpo durissimo a Osella e Panti convincendo il loro cliente più importante a
passare al suo studio. Erano anni che si combattevano con ogni mezzo.
“ In
questo momento sono molto serio, Alberto. Stanotte il tuo socio ha cercato di
ammazzare sua moglie, che ora io rappresento.”
“ Cosa
? Oh, Cristo Santo !”
“ Già.
E c’è quasi riuscito. Ho appena visto la mia cliente. Non sarà mai più la
stessa persona, sotto nessun punto di vista.”
Ora
Alberto Osella cominciava a riprendersi: “ Chi è al corrente della situazione
?”
“ Io,
tanto per cominciare. Però vorrebbero saperlo tutti, non credi ?
Compresa la polizia. Non so per quanto tempo potrò rimandare la denuncia.”
“ Mi
stai già minacciando ? Non pensi che prima sia il caso di parlarne ?”
“ Tu,
io e Cesare Panti. Domani mattina alle nove, nel mio ufficio. Non un minuto più
tardi. E niente trattative. Parla con il tuo cliente subito e presentati con la
più ampia facoltà di decisione.”
“ Beh,
non so se …”
“
Senti, hai tutta la giornata per discuterne con Panti. Sempre che tu sappia
dove si trova. In caso contrario, dovremo farlo cercare con le volanti.”
“
Questo è un discorso pericoloso, Marco.”
“
Certo, Alberto. Oh, a proposito. Ho due messaggi per il tuo cliente. In primo
luogo vorrei che tu gli ricordassi di cosa sono capace. Poi, avvisalo che se
proverà ad avvicinarsi ancora a sua moglie , passerà il resto della sua vita in
galera. ”
“
Marco …”
“ Sì,
Alberto, certo, questa è una minaccia. Tu fai in modo che il tuo cliente
capisca bene che faccio sul serio. Ci vediamo domani mattina alle nove.”
Costa
interruppe la telefonata e continuò a guidare. Era carico di adrenalina. Non
succedeva spesso di potersi rivolgere in quel modo a un collega della parte
avversa. Era incredibilmente eccitante, quasi meglio del sesso. E poi, Giulia
gli piaceva. Puntò soddisfatto verso il suo studio.
Luca
Fossati si sedette accanto al letto e osservò in silenzio Giulia che dormiva.
Era contento che fosse addormentata, gli permetteva di abituarsi alla vista di
una cara amica e una delle più belle donne che conosceva trasformata in una
massa di carne tumefatta. Si obbligò a non provare compassione. Lei se ne
sarebbe accorta e ne avrebbe sofferto. Sospirò piano e le accarezzò dolcemente
una mano.
“
Giulia ? Tesoro, sono Luca.”
Lei
aprì gli occhi, solo una piccola fessura tra le bende. “ Ciao, Luca,” sussurrò,
“ non puoi vederlo, ma ti sto sorridendo.”
“ Ho
saputo che hai deciso di sopravvivere a qualsiasi evento.”
“
Già,” mormorò lei, “ ci puoi scommettere. C’è qualcosa di bello per me ?”
Luca
rise ed estrasse dalla valigetta un pacchetto avvolto in un’allegra carta da
regalo.
A
Giulia brillarono gli occhi. Prese il pacchetto e molto lentamente, impacciata
dalle fasciature, ne estrasse un libro con la copertina lucente: “ Colori
& Sapori dell’Africa, Itinerario Gastronomico, da Durban a Cape
Town”, di Giulia Marini, Edizioni Il Fauno, a cura di Luca Fossati.
“ E’
la prima copia,” disse Luca, “ ed è splendida.”
“ Sì,”
rispose lei, “ lo è davvero.”
“
Andranno a ruba. Siamo praticamente già sotto pressione per la seconda
ristampa. E non vedo l’ora di farti firmare un contratto per le prossime
pubblicazioni.”
Giulia
sorrise ma non disse nulla.
“ Hai
bisogno che ti porti qualcosa ?”
“ No,
per adesso niente. Grazie.”
“
Giulia … hai già pensato a cosa farai ?”
“ Sì.
Non cambierò un solo dettaglio dei miei programmi. Quando sarò in grado di
viaggiare, prenderò l’aereo e andrò in Sudafrica. Mi riposerò per qualche
tempo, e poi girerò la Namibia e il Botswana. Credo che metterò radici laggiù.
Ho sempre saputo che un giorno sarebbe stata la mia casa. Mi piacerebbe
dedicarmi ai bambini. Hanno bisogno di tutto, e io ho tanta voglia di dare. Mi
capisci ?”
“ Sì.
Però vorrei farti una proposta. E’ un’idea che mi gira in testa da un po’ di
tempo, e questa è sicuramente l’occasione migliore.”
“
Spara.”
“
Voglio pubblicare un libro di belle foto del Sudafrica. E vorrei che ti
occupassi anche del testo. Cosa ne pensi ?”
Giulia
rimase un attimo in silenzio. “ Mio Dio ….” disse poi, “ sarebbe fantastico…. ho sempre sognato di
fotografare la natura, gli animali, le popolazioni … ”
“ Beh,
è arrivato il momento di farlo. E ricordati che voglio un libro bello grosso.”
“ Ci
puoi contare. Sarà un capolavoro.”
“ Ne
sono sicuro. Giulia … mi dispiace tanto per quello che è successo …”
“ Non
ne parliamo più, Luca,” lo interruppe lei,
“ nessun rimpianto. Ho accettato la realtà, e sono pronta a
ricominciare. Anzi, non vedo l’ora di farlo.”
“ Ti
sarò sempre vicino, lo sai.”
“ Lo
so. Adesso vai, ho bisogno di riposarmi un po’..”
Quando
Luca uscì dalla stanza, Giulia fissò con sguardo adorante il libro. Incurante
del dolore, lo strinse forte al petto.
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